Il Settore Giovanile e Scolastico: dalla nascita alla riforma moderna

07.05.2025

In Italia, parlare di calcio significa parlare anche di educazione, formazione, passione e responsabilità sociale. Non è un caso che, tra le articolazioni più importanti della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), troviamo proprio il Settore Giovanile e Scolastico (SGS), una vera e propria colonna portante della struttura federale. Ma qual è la storia di questo settore? Quali normative ne hanno scandito l'evoluzione? E come si è adattato alle sfide moderne, tra tutela dei minori, educazione sportiva e innovazione organizzativa? 

Le origini: l'intuizione e la strutturazione

Il primo nucleo di attenzione verso l'attività giovanile in FIGC risale agli anni '50, quando si cominciò a comprendere l'importanza di organizzare in modo sistematico il calcio tra i più giovani. Tuttavia, è nel 1975 che nasce ufficialmente il Settore Giovanile, con l'intento di coordinare l'attività dilettantistica e giovanile a livello nazionale, promuovendo il calcio non come semplice attività agonistica ma come veicolo educativo.

Con la riforma del 1996, la FIGC amplia il raggio d'azione del settore, unendolo alla componente scolastica: nasce così il Settore Giovanile e Scolastico (SGS), un ente federale con competenze specifiche in ambito educativo, scolastico e sportivo. Questo passo segna una vera rivoluzione culturale: il calcio non è più solo "gioco", ma parte integrante del percorso formativo dei ragazzi.

I riferimenti normativi: dallo Statuto FIGC alla tutela dei minori

Nel tempo, il SGS ha assunto una rilevanza crescente anche dal punto di vista giuridico. Già nello Statuto FIGC, all'articolo 12, viene sancita la funzione del Settore Giovanile e Scolastico come struttura tecnica, educativa e organizzativa della Federazione, con compiti legati allo sviluppo dell'attività giovanile, scolastica, amatoriale e formativa.

Nel 2003, con l'approvazione del Regolamento SGS, si definiscono in maniera puntuale le modalità di affiliazione delle società, i requisiti degli istruttori, l'organizzazione dei campionati e il sistema di certificazione delle scuole calcio.

Da quel momento in poi, la normativa federale ha cercato sempre di più di armonizzarsi con le disposizioni legislative nazionali ed europee in tema di tutela dei minori, sicurezza e diritti dell'infanzia. La svolta più importante si è avuta con l'adozione del Codice di Giustizia Sportiva FIGC del 2019, che ha introdotto il principio della responsabilità oggettiva delle società anche in caso di comportamenti scorretti degli adulti nei confronti dei minori.

Nel frattempo, sono entrati in vigore anche i Decreti Legislativi n. 36 e 39 del 2021, parte della cosiddetta "Riforma dello Sport", che hanno inciso profondamente anche sull'organizzazione e la gestione delle attività giovanili, imponendo nuove regole per la formazione, la sicurezza e la valorizzazione dei giovani atleti. 

Le tappe più significative: progetti, riforme e cultura sportiva

Tra gli strumenti più efficaci adottati dal SGS c'è sicuramente il sistema delle Scuole Calcio Riconosciute, che consente una classificazione qualitativa delle società dilettantistiche in base al rispetto di criteri formativi, educativi e strutturali. Nasce così la figura della Scuola Calcio Élite, introdotta ufficialmente nel 2015, come modello virtuoso per l'educazione calcistica dei bambini e delle bambine dai 5 ai 12 anni.

Un'altra grande intuizione del SGS è stata quella di potenziare i progetti scolastici: programmi come "Valori in Rete" o "Il calcio e le ore di lezione" hanno portato il pallone nelle aule, non come semplice svago, ma come strumento per insegnare il rispetto, l'inclusione e il lavoro di squadra.

Il SGS ha avuto anche il merito di promuovere una visione paritaria del calcio: il calcio femminile, oggi sempre più riconosciuto a livello professionistico, è passato per decenni attraverso le maglie dei progetti scolastici e delle attività promozionali coordinate proprio dal Settore Giovanile. 

Il presente: un calcio che educa e tutela

Oggi il Settore Giovanile e Scolastico della FIGC è presente in tutte le regioni italiane con strutture territoriali e referenti tecnici e organizzativi. La missione resta immutata: formare attraverso il calcio. Ma le sfide sono nuove. In un contesto in cui i giovani sono sempre più esposti a pressioni sociali, al rischio dell'abbandono sportivo e alla sedentarietà, il SGS si propone come un baluardo educativo.

In questo contesto si inserisce il recente Protocollo per la tutela dei minori adottato dalla FIGC, in linea con il Codice Etico e con le direttive del CONI e delle istituzioni internazionali. Il quale prevede che tutte le società affiliate debbano nominare un Responsabile della protezione dei minori, formazione obbligatoria per tecnici e dirigenti, e procedure chiare per la segnalazione di comportamenti a rischio.

Il futuro: digitale, inclusivo e integrato

Guardando avanti, il Settore Giovanile e Scolastico sta cercando di innovarsi anche sul fronte tecnologico. L'introduzione di piattaforme digitali per il monitoraggio dell'attività formativa e lo sviluppo di nuove metodologie di allenamento sono ormai realtà. La certificazione dei tecnici, il monitoraggio psicologico degli atleti e l'adozione di percorsi personalizzati sono alcuni degli obiettivi del futuro prossimo.

Centrale sarà anche la sostenibilità del modello: ridurre la pressione agonistica precoce, incentivare la multidisciplinarità sportiva e promuovere l'accesso al calcio anche nelle periferie o nelle zone svantaggiate sarà essenziale per garantire pari opportunità a tutti i bambini.

Conclusione

Il Settore Giovanile e Scolastico non è solo un'articolazione della FIGC: è il cuore educativo del calcio italiano. Dalla sua nascita ad oggi, ha saputo adattarsi alle sfide legislative, sociali e culturali del nostro tempo, senza mai perdere di vista il suo obiettivo primario: fare del calcio un'esperienza di crescita, rispetto e comunità. In un'epoca in cui lo sport rischia di diventare un prodotto più che un processo, il SGS ci ricorda che ogni campione è, prima di tutto, un bambino che ha imparato a giocare, crescere e sognare con un pallone tra i piedi.