Vincolo sportivo nella pallavolo: cosa è cambiato e come svincolarsi ogni anno
Negli ultimi anni il tema del vincolo sportivo ha infiammato il dibattito nel mondo dello sport dilettantistico, e la pallavolo non ha fatto eccezione. Per anni, questo meccanismo ha rappresentato un punto critico nei rapporti tra atleti e società sportive, limitando di fatto la libertà degli sportivi, soprattutto giovani, di scegliere autonomamente dove praticare la propria disciplina. Oggi, però, il panorama è cambiato radicalmente: il vincolo sportivo è stato definitivamente abolito. Ma cosa significa davvero questa rivoluzione normativa per il mondo della pallavolo?

Cos'è (e cos'era) il vincolo sportivo
Per chi non lo sapesse, il vincolo sportivo era un istituto giuridico che legava un atleta dilettante alla società sportiva con cui aveva tesserato, anche oltre la scadenza del contratto o del periodo di tesseramento. In parole semplici, una volta iscritto a una squadra, l'atleta non poteva liberamente passare ad un'altra società senza il consenso della prima, se non a determinate condizioni e spesso dopo il pagamento di un "premio di formazione".
Nella pallavolo, come in altri sport, questo sistema è stato a lungo giustificato con la necessità di tutelare le società che investono nella crescita degli atleti, però nel tempo il vincolo è stato percepito sempre più come una limitazione alla libertà personale e sportiva.
L'abolizione: una svolta epocale
La svolta è arrivata con la Riforma dello Sport introdotta dal Decreto Legislativo n. 36 del 28 febbraio 2021, poi modificato dal Decreto Legislativo n. 163 del 2022, che con l'articolo 31 ha fissato l'abolizione definitiva del vincolo sportivo per gli atleti dilettanti.
Dal 1° luglio 2023, quindi, anche nel mondo della pallavolo, il vincolo sportivo è stato completamente eliminato. Da questa data in poi, tutti gli atleti tesserati con società sportive dilettantistiche possono scegliere liberamente, ogni anno, con quale società affiliarsi, senza dover ottenere il nulla osta dalla società precedente o essere soggetti a vincoli pluriennali imposti unilateralmente.
Cosa cambia nella pratica per gli atleti
Per chi gioca a pallavolo, questo significa che al termine di ogni stagione sportiva è possibile svincolarsi e decidere liberamente se rimanere nella stessa società o trasferirsi altrove. Un cambiamento che restituisce agli atleti la centralità delle loro scelte sportive e che riconosce il diritto alla mobilità.
Ma attenzione: se è vero che il vincolo sportivo è stato abolito, rimangono alcuni adempimenti da rispettare per potersi svincolare correttamente.
Come funziona lo svincolo oggi
Al termine della stagione sportiva (solitamente fissata al 30 giugno di ogni anno), l'atleta può liberamente scegliere se rinnovare il tesseramento con la stessa società oppure cambiare squadra. Tuttavia, è fondamentale rispettare le tempistiche e le modalità previste dalla federazione di riferimento, in questo caso la FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo).
Ogni anno, la FIPAV pubblica una circolare con tutte le istruzioni operative per i tesseramenti e gli svincoli. Generalmente, lo svincolo avviene automaticamente al termine della stagione, ma è necessario procedere con un nuovo tesseramento per la stagione successiva. Senza questo passaggio, l'atleta non può partecipare a gare ufficiali.
I passi da seguire per cambiare squadra
- Verificare la scadenza del tesseramento: generalmente al 30 giugno.
- Comunicare l'intenzione alla nuova società: per permettere di avviare la procedura di nuovo tesseramento.
- Effettuare il nuovo tesseramento con la società scelta per la nuova stagione, attraverso la piattaforma della FIPAV.
- Controllare eventuali premi di formazione: anche se il vincolo è abolito, le società possono avere diritto a un rimborso per l'attività formativa prestata, secondo criteri stabiliti dalla federazione.
Il premio di formazione: un punto da chiarire
L'aspetto più delicato riguarda il premio di formazione tecnica, che è andato a sostituire il vecchio "premio di svincolo". Questo nuovo strumento permette alle società che hanno investito nella crescita dell'atleta di ricevere un riconoscimento economico, ma senza impedire il trasferimento dell'atleta stesso.
La FIPAV stabilisce ogni anno importi e condizioni, in base a età, categoria e durata dell'attività svolta con la società precedente. Tuttavia, l'atleta non è tenuto a versare personalmente nulla: l'onere spetta alla nuova società, se previsto.
Conclusione
L'abolizione del vincolo sportivo rappresenta una svolta storica per la pallavolo e per tutto lo sport dilettantistico italiano, poiché ha restituito agli atleti la possibilità e libertà di scegliere, ogni anno, il proprio percorso sportivo, così da favorire la leale concorrenza tra le società promuovendo un ambiente dinamico e rispettoso dei diritti individuali.
Però, come in ogni cambiamento importante, è fondamentale conoscere le regole del gioco: tenersi informati sulle scadenze, sulle modalità operative e su eventuali premi di formazione è l'unico modo per sfruttare al meglio questa nuova libertà.
In fondo, lo sport è prima di tutto passione e scelta. E ora, finalmente, anche nella pallavolo, scegliere è diventato un diritto, non più un ostacolo.